Le letture non si consigliano, se non ai principianti del leggere. Ognuno deve trovare le proprie letture con l'istinto, che − nel lettore abituato − diventa quasi sempre infallibile.
[Massimo Bontempelli, Il Bianco e il Nero, 1987]
[Massimo Bontempelli, Il Bianco e il Nero, 1987]
giovedì 7 aprile 2011
PIU' FORTI DEL TERREMOTO - CRONACA DELLA MIA VITA CON UN GATTO
Ciao a tutti e bentornati.
Oggi vi consiglio la lettura di un libro meraviglioso. Scritto da un'autrice speciale!
Il 6 aprile 2009 la terra tremò e per un attimo l'Aquila smise di volare... Vogliamo ricordare questa tragedia presentandovi il libro scritto dalla nostra cara A-micia Irene Cara. Ha voluto scrivere la sua odissea per raccontare anche il profondo legame con il suo gatto, che lei non ha voluto abbandonare e con il quale ha condiviso, per due mesi, una stanzetta d'albergo. fonte Cats are Purrrrfect
Che altro dire? Buona lettura a tutti!
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Presentazione dell'autrice:
"A differenza delle altre pubblicazioni sull’argomento, questo scritto si propone come documento in cui sono riportate le mie testimonianze non solo riguardo la notte del 6 Aprile e di quei 22 secondi, delle case e della città distrutte, ma affronta la narrazione in maniera emotiva. Il libro testimonia come, oltre ai palazzi e alle chiese, siano sorte crepe e gravi lesioni anche nell’animo degli uomini e delle donne di L’Aquila. Perché il terremoto non è stato solo il crollo delle case, ma anche questo: famiglie distrutte dalla perdita di una persona cara, di un lavoro, di una casa.. come anche la convivenza forzata nelle tende o negli alberghi sulla costa con altre persone. Conosciute o sconosciute non importa, questa ha finito col distruggere perfino i rapporti interni alla famiglia stessa. Madri con figli, mariti con mogli, fratelli con fratelli etc.... Questo libro descrive, da un punto di vista meno materiale e più umano, tutto ciò che è accaduto dopo il terremoto: dall’attaccamento all’amata città, alle manifestazioni da parte dei cittadini per riappropriarsene, al panico durante le forti scosse successive, alle speranze per il futuro.
Inoltre il profondo legame con il mio gatto, ha fatto sì che io riuscissi a leggere nei suoi occhi cosa abbia provato in quei terribili momenti e come sia cambiata anche la sua vita, come, del resto, quella di noi esseri umani. In molti punti cedo felicemente la parola proprio a lui, il quale, con il linguaggio e la forma mentis tipica di un micio domestico, racconta cosa accadde da quella notte fino al nostro rientro in casa in estate. L’intento è quello di dar voce anche ad un rappresentante di coloro che non sono stati minimamente calcolati in tutto caos che si è creato. Molti animali sono morti, molti altri sono rimasti senza nessuno e molti altri ancora sono stati abbandonati dai loro padroni che hanno deciso di separarsene e non portarli con loro. Io ho condiviso per 2 mesi la mia stanzetta d’albergo con il mio micio pur di non lasciarlo e, attraverso i suoi occhi, ho potuto capire tutto quel che ha provato lui e, come lui, migliaia di altri animali. E’ perciò con orgoglio che mi faccio voce di chi voce non ha."
STRALCIO DI LIBRO TRATTO DA ALCUNE PAGINE, PRESENTE SUL RETRO DELLA COPERTINA
Succederà che ci dimenticheranno. Solo noi possiamo aiutarci; ma abbiamo bisogno di una mano. A chi dobbiamo rivolgerci? Chi invocare? Abbiamo Chiese senza Santi e Santi senza Chiese, pilastri senza ferri e distese di ghiaia come fossimo al mare. Abbiamo tanti che si offrono come protettori ma solo le braccia di quelle anime instancabili dei vigili del fuoco e della protezione civile. In 22 secondi è stata posta la parola “fine” a L’Aquila. Bella città mia, o, come direbbero i miei conterranei, “L’Aquila bella me!”, mattone dopo mattone ti ricostruiremo ancor più bella. Le tue 99 Fontane torneranno a far sgorgare l’acqua pura delle nostre montagne. Le tue 99 Chiese torneranno meravigliose ed imponenti a vegliare sulla città. Le tue 99 Piazze saranno ancora il luogo dove portare i nostri bimbi a correre e giocare spensierati la domenica. Difenderemo la nostra città non solo per proteggere le pietre con cui è fatta, ma anche e soprattutto, il popolo che abita dentro le sue mura.
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